La Storia del Milan dal 1960 al 1970

Mentre gli anni precedenti erano stati caratterizzati dal predominio di calciatori stranieri (Gre-No-Li, Schiaffino-Altafini), il decennio ‘60-’70 vede come protagonisti della storia rossonera calciatori italiani ma che acquisteranno, grazie alle proprie doti, fama a livello internazionale. Dalla Nazionale Olimpica di Roma ‘60 arrivano, infatti, Trapattoni, Trebbi, Alfieri e Noletti e un certo ragazzino di nome Gianni Rivera: a diciassette anni esordisce, proprio ad Alessandria contro la sua ex squadra, e il Milan vince 5-3. In campionato i rossoneri lottano per il titolo ma due sconfitte sul finire di stagione (contro Bari e Fiorentina) lasciano solamente l’onore del secondo posto.
L’abbandono del calcio dato da Nils Liedholm e l’arrivo sulla panchina del Milan del “Paròn” Nereo Rocco segnano l’inizio di un nuovo corso, caratterizzato da successi in campo nazionale e internazionale. Si parte con uno scudetto (1961/62) ma il successo più emozionante, ancora vivo nei ricordi di tutti i tifosi rossoneri che hanno vissuto quel meraviglioso periodo, è la conquista della prima Coppa dei Campioni in una avvincente sfida allo stadio di Wembley, il 22 maggio 1963, contro il Benfica: i rossoneri alzano al cielo il meritato trofeo dopo aver sconfitto i portoghesi per 2-1 (doppietta di Altafini e gol di Eusebio). Resta mitica l’immagine di Cesare Maldini, il capitano, che alza la coppa insieme a Rocco. Il Milan non riesce a ripetersi nella Coppa Intercontinentale, e viene sconfitto dal Santos in un triplice incontro: andata e ritorno si concludono con il medesimo risultato (1-0) per le due squadre e, nella “bella” al Maracanà, il Milan perde 1-0. A fine stagione il Presidente Andrea Rizzoli lascia la società dopo 9 anni di presidenza e un palmares di tutto rispetto: 4 scudetti, 1 Coppa Latina, la prestigiosa Coppa dei Campioni e, fiore all’occhiello del Club ancora oggi, il Centro Sportivo di Milanello.Dopo una manciata di stagioni disputate al di sotto delle proprie potenzialità, il Milan si riscatta a partire dal 1967/68: lo scudetto numero nove cucito sul petto è il passe-par-tout per la Coppa dei Campioni della stagione successiva. Il punto di forza della squadra, l’asse Rivera - Prati, dà spettacolo al Bernabeu contro l’Ajax dell’astro nascente Cruijff e batte gli olandesi 4-1. Il portiere dei rossoneri è Cudicini che, dopo la semifinale contro il Manchester, guadagna l’appellativo di “ragno nero”. Anche la Coppa Intercontinentale arriva nella bacheca rossonera: la gara finale di ritorno contro l’Estudiantes al Bombonera di Buenos Aires si conclude con la sconfitta dei rossoneri per 2-0 che, in virtù del risultato di San Siro (3-0), si aggiudicano il trofeo. Gianni Rivera, con la sua classe innata e impareggiabile, regala al pubblico rossonero giocate sopraffine e conquista il Pallone d’Oro, il più prestigioso riconoscimento a livello personale per un calciatore, nel 1969 con una motivazione che la dice lunga: “in un calcio arido Rivera è l’unico che dà un senso di poesia”.